Il 4 novembre di ogni anno si celebra
ancora la guerra: un crimine che viene alimentato con la retorica
della “vittoria” per il massacro avvenuto in Europa 100 anni fa
nella I Guerra Mondiale. Parole quali “coraggio”, “morte
eroica”, “difendiamo la nostra terra” e “patria” sono state
utilizzate dai profittatori della guerra e dai guerrafondai per
mandare a morte milioni di giovani. Queste parole vengono utilizzate
oggi per giustificare la violenza, il razzismo, il nazionalismo e le
guerre neo-coloniali. Noi affermiamo il nostro NO! risoluto contro
tutte le armi e tutte le guerre.
A volere l’intervento italiano nella
Prima Guerra Mondiale furono gli industriali che ipotizzavano grandi
guadagni, la monarchia che voleva ampliare il proprio regno e i
nazionalisti ansiosi di avere un “impero”; non a caso questi
soggetti sarebbero stati successivamente gli sponsor politici ed
economici della dittatura fascista. Quando l’Italia entrò in
guerra il 23 maggio del 1915, a combattere non ci andarono il
Presidente Salandra o il re Vittorio Emanuele III, ma vennero mandati
a morire o a rimanere mutilati centinaia di migliaia di lavoratori:
venivano prelevati anche con la forza dai campi e chiunque si
rifiutava di partire, i disertori o chi faceva propaganda
antimilitarista, diventava automaticamente un “nemico della
patria”. Centinaia e centinaia di giovani italiani vennero
assassinati perché si rifiutarono di essere strumenti di morte e
tanti altri furono giustiziati dietro le linee per “estirpare il
veleno pacifista” che albergava nei cuori dei giovani al fronte.
Erano giovani uomini capaci di grande coraggio come nel Natale del
1914 quando organizzarono dal basso diversi “cessate il fuoco”
sul fronte occidentale e fraternizzarono capendo che la guerra per
cui si scannavano i poveri era voluta dai ricchi.
Nel 1987 l'Italia spendeva ogni anno
circa 10,8 miliardi di euro per fare la guerra, mentre oggi ne spende
circa 23,3 miliardi. Ogni giorno si spendono 64milioni di euro: usano
la scusa della difesa dei più deboli, ma in realtà il loro
umanitarismo serve le logiche neo-colonialiste per depredare le
ricchezze di interi territori. Non solo, perché oggi i soldati
italiani nell'ex colonia Libia stanno operando per impedire a donne,
uomini e bambini di scappare dalla guerra, le persecuzioni e la fame.
Oggi riprendiamo quel discorso interrotto alcuni anni fa con più
forza e consapevolezza per affermare il nostro NO! a tutti gli
eserciti e a tutte le armi.
Circolo libertario mantovano
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