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Stop all'aggressione di Afrin

Da oltre quindici giorni la Turchia ha aggredito Afrin. L'esercito turco sta bombardando dal cielo e attaccando da terra il Cantone di Afrin, nel Rojava, la regione nel nord della Siria autogovernata dalla popolazione locale prevalentemente curda. Afrin che ha aderito al progetto di Confederalismo Democratico del Rojava, basato sul municipalismo libertario, non era mai entrata nel conflitti dell'area, ma si era prodigata dando esempio di convivenza solidale e rifugio a centinaia di migliaia di scampati alle guerre vicine, oggi distribuiti in una miriade di campi profughi e ricoveri di fortuna.

Il governo autoritario e dispotico della Turchia cerca di affossare l'esempio di Afrin e avvia un'operazione di pulizia etnica per realizzare, come ripetuto apertamente, una zona cuscinetto (tutta in territorio siriano) fra la Siria e la Turchia con una popolazione adeguatamente turchizzata.

Viene così riproposta la stessa operazione già tentata da Erdogan con il sostegno all'Isis, ma naufragata per l'eroica resistenza di Kobane e del Rojava. Oggi, quegli stessi resistenti, uomini e donne, stanno morendo o rischiano di morire per difendere Afrin. E così, oltre al bagno di sangue, viene provocata un'altra ondata di profughi in quella Europa e in quell'Italia che fanno il doppio gioco.

Le potenze internazionali si occupano delle loro convenienze e l'Italia, dove i signori della guerra trovano ampia accoglienza, proseguono la loro cooperazione con la Turchia e tutte le politiche aggressive del colonialismo moderno. Gli stessi che oggi fabbricano, sperimentano e vendono le armi, per uccidere il popolo curdo e siriano ci offriranno domani gli strumenti per respingere i profughi.

In queste ore le Ypj, le Unità di protezione popolare femminili, stanno cercando di arginare l'offensiva dell'esercito turco. Proprio quelle donne osannate nell'Occidente mesi fa, oggi sono abbandonate mentre eroicamente stanno cadendo per difendere la libertà. I loro corpi vengono martoriati dai soldati turchi che li ritengono un bottino di guerra.

Riprendendo l'appello alla Comunità internazionale degli accademici e attivisti dei diritti umani, tra cui il professor Noam Chomsky del Mit di Boston, richiamiamo l'Italia ad adoperarsi per far cessare immediatamente l'aggressione turca, difendere l'indipendenza di Afrin e prevenire ulteriori aggressioni turche dalla vicina Siria e lungo il confine siriano.

Circolo libertario mantovano

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