Accademici e attivisti per i diritti
umani nel mondo hanno lanciato una nuova petizione, dopo quella del gennaio scorso, rivolta alle potenze mondiali affinché agiscano
contro l’aggressione turca nei confronti di Afrin. La petizione,
firmata da accademici e attivisti libertari come Noam Chomsky,
Michael Hardt e Debbie Bookchin, chiede la prevenzione di ulteriori
attacchi turchi contro Afrin. Il CLM sottoscrive la petizione. Ecco
il testo della petizione
Noi sottoscritti, accademici e
attivisti per i diritti umani, chiediamo che i leader della Russia,
dell’Iran e degli Stati uniti garantiscano che la sovranità delle
frontiere siriane non sia violata dalla Turchia e che il popolo di
Afrin (Siria) possa vivere in pace. Afrin, la cui popolazione è per
la maggior parte curda, è una delle zone più stabili e sicure della
Siria. Pur disponendo di pochissimi aiuti internazionali, Afrin ha
accolto talmente tanti rifugiati siriani che negli ultimi cinque anni
la sua popolazione è raddoppiata, raggiungendo i 400.000 abitanti.
Afrin è attualmente circondata di
nemici: i gruppi jihadisti sostenuti dalla Turchia, al-Qaeda e la
Turchia. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha minacciato di
attaccare i partner curdi dell’esercito americano – le Ypg curde,
ovvero le Unità di protezione del popolo – con le quali gli Stati
uniti si sono alleati contro l’Isis.
La Turchia accusa le Ypg di essere
“milizie terroriste” nonostante esse abbiano per lungo tempo
creato consigli locali di amministrazione democratica in tutte le
città che hanno liberato dall’Isis e abbiano ripetutamente
dichiarato di non avere interessi in Turchia e di voler operare solo
come forze per la difesa dei curdi siriani e di altre etnie che
vivono nella Federazione democratica della Siria settentrionale
(Dfns), altrimenti nota come “Rojava”, di cui Afrin fa parte.
La Turchia ha dispiegato un’enorme
potenzia di fuoco alla frontiera con Afrin e il presidente Erdogan ha
promesso di attaccare con tutte le forze il cantone controllato dai
curdi, distruggendo una enclave di pace e mettendo migliaia di civili
e rifugiati in pericolo, tutto per realizzare la sua vendetta contro
i curdi.
Un attacco del genere contro i pacifici
cittadini di Afrin è uno spudorato atto di aggressione contro una
regione democratica e la sua popolazione. La Turchia non può
compiere questo attacco senza l’appoggio della Russia, dell’Iran
e della Siria e senza l’inerzia degli Stati Uniti.
Il popolo curdo ha sopportato la
perdita di migliaia di giovani uomini e donne arruolatisi nelle Ypg e
nelle unità femminili Ypj per liberare il mondo dall’Isis. Gli
Stati Uniti e la comunità internazionale hanno l’obbligo morale di
sostenere il popolo curdo. Chiediamo che gli ufficiali statunitensi e
la comunità internazionale garantiscano la sicurezza di Afrin ed
evitino ulteriori aggressioni turche, provenienti sia dall’interno
della Siria sia dall’esterno dei suoi confini.
Noam Chomsky, MIT Professor Emeritus
Michael Walzer, Institute for Advanced
Study, Princeton University, Professor Emeritus
Charlotte Bunch, Distinguished
Professor of Women's and Gender Studies, Rutgers University
Todd Gitlin, sociologist and Chair, PhD
Program in Communications, Columbia University
David Graeber, Professor of
Anthropology, London School of Economics
Nadje Al-Ali, Professor of Gender
Studies, SOAS University of London
David Harvey, Distinguished Professor
of Anthropology and Geography, CUNY Graduate Center
Michael Hardt, political philosopher
and Professor of Literature, Duke University
Marina Sitrin, Assistant Professor of
Sociology, SUNY Binghamton
Ann Snitow, activist and Associate
Professor, New School
Bill Fletcher, Jr., former President of
TransAfrica Forum
David L. Phillips, Director, Program on
Peace-building and Rights, Columbia University
Joey Lawrence, photographer and
filmmaker
Meredith Tax, writer and organizer,
North America Rojava Alliance (NARA)
Debbie Bookchin, journalist and author,
NARA
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