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Palestina libera!! Da chi?

Sulle piazze di tutto il mondo, giustamente e fortunatamente, a gran voce si sente gridare che l’esercito israeliano deve smetterla di bombardare la striscia di Gaza provocando orrendi massacri tra la popolazione. Di fronte a un tale sistematico sterminio quotidiano non può che essere auspicabile. Ma tenendo presente le dinamiche di una situazione così devastata e devastante, mi vengono i brividi quando sento gridare “Palestina libera”. Da parte di una quantità consistente di persone, infatti, si grida appoggio completo ad Hamas nella sua guerriglia contro Israele.

Dev’essere chiaro che un crimine di guerra, quello compiuto da Hamas il 7 ottobre scorso col blitz-massacro di civili israeliani, non ne giustifica un altro, quello che sta perpetrando Israele come risposta. Chiarito ciò, mi viene spontaneo chiedermi: se Israele fosse sconfitto e Hamas riuscisse ad imporsi militarmente, si crede veramente che la Palestina riuscirebbe ad essere libera, come sembra si auspichi da diverse parti?

Invito a riflettere su una tale prospettiva. Come si potrà parlare di libertà se Hamas riuscisse a imporsi?

É una forza jihadista senza remore di spietata spietatezza, come ha dimostrato in più occasioni, che propugna una forma politica dispotico-totalitaria di tipo teocratico? Non a caso nella sua azione anti-israeliana è sostenuta da Hezbollah, il “partito di dio” libanese notoriamente braccio armato del regime oligarchico-teocratico iraniano. Lo stesso Iran che sta massacrando ogni forma di dissidenza interna, che imprigiona, tortura e ammazza le donne che osano ribellarsi alle imposizioni islamico-maschiliste di quel regime, che dispoticamente esige che il genere femminile in quanto tale sia assoggettato all’imperio assolutista maschile.

È davvero “questa roba” che si auspica per una Palestina liberata? Davvero gli anti-israeliani vorrebbero che trionfasse l’oscurantismo di una bieca concezione teocratica fondamentalista? Eppure gran parte di loro continua a considerarsi parte di una più generale “sinistra radicale”? Bhé! Una tale aberrante aspirazione è tra le più lontane, direi antitetica, rispetto a qualunque tipo di idealità di sinistra. Dal mio punto di vista non si tratta altro che di distorsione, di un’inammissibile deturpazione di presupposti ideali.

La “Sinistra”, cosiddetta, in ogni sua declinazione sopra ogni cosa dovrebbe avere come denominatore comune la libertà, anzi le libertà, la liberazione da ogni forma di tirannia, la realizzazione di forme di relazioni sociali, economiche e politiche aperte di tipo democratico. Se poi è libertaria e anarchica dovrebbe essere a partecipazione diretta, “dal basso” come si diceva una volta, non autoritaria, non gerarchica, ma solidaristica e mutuale. Cioè l’opposto di ciò che vuole una prospettiva jihadista-teocratica.

I fondamentalismi, sia religiosi sia politici, sono il vero nemico di cui liberarsi in questa intricata e devastante situazione. Hamas da una parte, il fanatismo di un sionismo giudaico estremista dall’altro, capace di esprimersi soprattutto attraverso l’azione oltranzista dei coloni che occupano i territori palestinesi con prepotenza e violenza. Né l’uno né l’altro hanno volontà di pace e di accordo, ma desiderio di sangue e di guerra, di distruzione e annientamento dell’altro e viceversa. Nemici di se stessi e dell’umanità.

Non può esserci liberazione vera e concreta se dalla “padella” dell’assedio israeliano si finisse nella “brace” di una specie di califfato teocratico, o qualcosa di simile. Soprattutto se si pensa che fino a qualche decennio fa i palestinesi “brillavano” in medio oriente per essere in gran parte laici e cristiani. L’unica prospettiva sensata non può che risiedere nella volontà di accettarsi reciprocamente e di giungere a un accordo consensuale, al fine di una convivenza sociale che, attraverso il dialogo e il confronto, tenda a riconoscere i problemi dell’uno e dell’altro. Finché trionferanno i fondamentalismi sarà impossibile.

di Andrea Papi

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