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4 novembre, fuori i militari dalla scuola

Il 4 novembre non è la nostra festa! Il 4 novembre, come ogni anno, facciamo memoria alle tantissime compagne e compagni anarchici, libertari, anti-autoritari, non violenti, socialisti che furono fucilati durante la I Guerra Mondiale perché scelsero di non fare la guerra e diamo memoria a tutte le giovani donne e ai giovani uomini che su tutti i fronti di conflitto sacrificano oggi la loro vita per non uccidere.

Alcuni giorni fa la nostra compagna Marzia ci ha fatto scoprire Gabriella Antolini, giovane compagna del movimento americano antimilitarista che si oppose al reclutamento dei giovani per la Grande Guerra, la I Guerra Mondiale, negli Stati Uniti d'America.

Insieme a Gabriella furono tante le compagne e i compagni che furono arrestati per le loro idee di boicottaggio all'arruolamento, come ad esempio Emma Goldman che ha scritto di Gabriella: “Era una figlia del proletariato che conosceva la povertà e il disagio, era forte e socialmente consapevole. Gentile e simpatica, era come un raggio di sole che portava allegria alle sue compagne di prigionia e grande gioia a me”. Queste donne anarchiche ebbero coraggio e ardimento non tanto per affermarsi, come fecero tanti uomini, ma per creare e alimentare relazioni a favore di una società libertaria e socialista.

La guerra è ferocia, è pianto, è urla, è dolore, è straziante, è infamia, è morte. Disertare per noi libertari e libertarie è una necessità tanto forte, tanto onesta, tanto irrinunciabile. La guerra è il crimine di stato più meschino e diabolico eppure in Italia ancora si festeggia ogni 4 novembre quell’immane carneficina - la I Guerra Mondiale - che portò milioni di morti, mutilati, invalidi, dispersi, stupri, fucilazioni di massa, fosse comuni, devastazioni ambientale.

Lo scorso 4 novembre un compagno è intervenuto alla manifestazione per denunciare la presenza sempre più invasiva dei militari nelle università e nelle scuole. L'Osservatorio per monitorare e denunciare l'attività di militarizzazione nelle scuole e nelle università sta notiziando da alcuni mesi la svolta che sta avvenendo nella scuola italiana con attività in aumento esponenziale di informazione e orientamento sulle opportunità di arruolamento. Questa attività che incitano alla morte e alla distruzione si tengono nelle scuole e nelle caserme anche attraverso l'alternanza scuola-lavoro. Anche questa mattina in questo luogo bambine e bambini delle scuole mantovane hanno assistito alla celebrazione della guerra e del militarismo.

Quest'anno il Parlamento italiano voterà la legge finanziaria 2026 pensando alle spese militari. Nel 2025, secondo i dati del Ministero della difesa, abbiamo speso per fare la guerra la cifra record di 31,2 miliardi di euro, con un incremento del 7,2% rispetto ai 29 miliardi e 161 milioni del 2024. L'Italia fabbrica armi che vende in tutto il mondo.

Questo 4 novembre come Circolo libertario mantovano portiamo la testimonianza di un compagno che vive la contraddizione di lavorare in un'azienda in appalto a Leonardo:

Sono un compagno Anarchico di Carrara, scrivo come operaio di un'azienda che opera all'interno di uno stabilimento Leonardo. Io che sogno l'avvenire di una società senza servi né padroni, senza guerre e oppressione, ogni giorno mi scontro con la contraddizione di produrre strumenti di guerra e distruzione, di essere un ingranaggio in questa macchina da morte.

Le guerre e i genocidi a cui stiamo assistendo in questi anni, hanno portato ad un aumento della produzione bellica (cannoni, carri, ecc..) e quindi ad una conseguente corsa agli armamenti su scala mondiale. Nonostante tutto, non c'è stato un reale aumento dei ritmi di lavoro, bensì di personale.

Tutto questo fa comodo all'azienda Leonardo, che si mostra così come una forte realtà che sfama famiglie e che garantisce benessere ai propri dipendenti attraverso buoni stipendi, ritmi di lavoro lenti, premi e benefit, nascondendo la sporca realtà del prodotto del proprio personale: ovvero morte travestita da eccellenza industriale.

Qualche settimana fa, ci è stato chiesto chi di noi era disposto a lavorare ad una commessa destinata a Israele. La risposta, da parte mia e dalla maggior parte dei miei colleghi è stata di completo rifiuto, rifiuto di mettere le proprie mani al servizio del genocidio palestinese.

La speranza, è che questo caso, cosi come la forte adesione allo sciopero del 22 Settembre, non rimangano casi isolati, ma che siano l'inizio della consapevolezza di ciò che produciamo e a cosa è destinato il prodotto del nostro lavoro, portando cosi ad una diserzione di massa al fine di arrivare ad una definitiva riconversione.

All'interno della fabbrica, i sindacati confederali - tra tutti CGIL FIOM - attraverso aiuti nell'assunzione, finti atti di tutela degli operai, l'iscrizione da parte di quest'ultimi al sindacato, mantengono la loro posizione di potere all'interno della fabbrica. La retorica che passa attraverso i discorsi riguardanti sicurezza, contratti e benefit, diventa strumento di pace sociale che serve ai padroni, non mettendo mai in discussione sia l'industria bellica sia l'immagine dell'azienda.

Non è facile per me e per chi come me si rivede nell'Anarchismo, lavorare in situazioni simili. Attraverso scioperi, rallentamento della produzione e completo disinteresse nel lavoro che eseguo, cerco di portare avanti la mia "resistenza", agendo opaco, pur sapendo che non è facile in ambienti del genere.

Viste la precarietà, le porte chiuse e le varie vicissitudini che ho vissuto nella mia piccola vita lavorativa, mantengo il mio posto di lavoro, rimanendo cosi "complice" della produzione di morte. Cerco di rimanere il più coerente possibile con il mio pensiero, rimanendo coerente con l'Anarchismo, partecipando attivamente alle iniziative e promuovendo l'autogestione degli operai, tenendomi stretto il rapporto con quest'ultimi e con i compagni che, come me, vivono quotidianamente questa contraddizione.

Rimane cosi viva la speranza, la speranza di un cambiamento, la speranza di riconversione delle fabbriche, la speranza dell'avvenir di un'umanità nuova, senza servi ne padroni, senza guerre ed eserciti, senza stati, razzismo e oppressione.

Ringrazio tutte le persone, i compagni e tutti coloro che ogni giorno nel loro piccolo lottano per un mondo migliore. Viva l'Anarchia

Oggi in questo luogo, il Famedio, facciamo memoria a tutte le compagne e i compagni anarchici, libertari, anti-autoritari, non violenti, socialisti che furono fucilati durante la I Guerra Mondiale perché scelsero di non fare la guerra e diamo onore a tutte le giovani donne e ai giovani uomini che oggi in particolare in Russia, Ucraina, Israele, Palestina e Cisgiordania disertano la guerra.

Un appello particolare al Comune di Mantova di farsi attivo promotore di accoglienza per le donne, le bambine, i bambini e gli uomini in fuga dalla guerra in Sudan, dove negli ultimi due anni sono state trucidate più di centocinquantamila persone.

Viva la diserzione, Viva il disfattismo, Viva l'anarchia



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