Il 4 novembre non è la nostra festa! Il 4 novembre, come ogni anno, facciamo memoria sulle tantissime compagne e compagni anarchici, libertari, anti-autoritari, non violenti, socialisti che furono fucilati durante la I Guerra Mondiale perché scelsero di non fare la guerra e diamo memoria a tutte le giovani donne e ai giovani uomini che su tutti i fronti di guerra sacrificano oggi la loro vita per non uccidere.
Lo scorso 4 novembre un compagno è intervenuto alla manifestazione per denunciare la presenza sempre più invasiva dei militari nelle università e nelle scuole. L'Osservatorio per monitorare e denunciare l'attività di militarizzazione nelle scuole e nelle università denuncia la svolta che sta avvenendo nella scuola italiana con attività in aumento esponenziale di informazione e orientamento sulle opportunità di arruolamento. Questa attività che incitano alla morte e alla distruzione si tengono nelle scuole e nelle caserme anche attraverso l'alternanza scuola lavoro.
La guerra è ferocia, è pianto, è urla, è dolore, è straziante, è infamia, è morte. Disertare per noi libertari e libertarie è una necessità tanto forte, tanto onesta, tanto irrinunciabile. La guerra è il crimine di stato più meschino e diabolico eppure in Italia ancora si festeggia ogni 4 novembre quell’immane carneficina - la I Guerra Mondiale - che portò milioni di morti, mutilati, invalidi, dispersi, stupri, fucilazioni di massa, fosse comuni, devastazioni ambientale.
Oggi il Parlamento italiano vota la legge finanziaria pensando alle spese militari. Nel 2025, secondo i dati del Ministero della difesa, abbiamo speso per fare la guerra la cifra record di 31,2 miliardi di euro: un incremento del 7,2% rispetto ai 29 miliardi e 161 milioni del 2024.
Per queste ragioni invitiamo cittadine
e cittadini a partecipare al presidio di lunedì 4 novembre alle ore
16 per contrastare le logiche belliche esercitate sul nostro
quotidiano.

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