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Teresa Galli, morire non si può in aprile

Il 13 aprile è stato presentato all’Ateneo Libertario di Milano l’ultima iniziativa editoriale di Zero in Condotta, il libro a cura di Marco Rossi dal titolo “Morire Non Si Può in Aprile - L’assassinio di Teresa Galli e l’assalto fascista all’Avanti”. Da anni i compagni dell’Ateneo Libertario hanno mantenuto viva la memoria di Teresa Galli, operaia diciannovenne milanese, prima vittima del fascismo milanese.

Teresa, militante socialista, cadde il 15 aprile del 1919, con altri due scioperanti per mano di militanti nazionalisti e fascisti, durante una manifestazione a seguito dello sciopero generale. Perché viene ricordata dagli anarchici una militante socialista?

La risposta è significativa. La resistenza non inizia l’ 8 settembre del 1943, come la retorica resistenziale ci ha abituato da anni, ma ha inizio, come reazione, alle prime violenze nazionaliste e fasciste, ed ha un carattere non solo politico ma di classe. Il 15 aprile del ’19, a pochi giorni dalla costituzione avvenuta il 23 marzo del 19, dei fasci di combattimento, il fascismo evidenziò, pur in una situazione politica complessa, una direttrice chiara a precisa quella della reazione padronale.

Il lavoro di Marco Rossi è un quadro esauriente di quel periodo e ci offre oggi l’occasione di comprendere meglio non solo quello specifico spaccato storico ma anche il risorgente fenomeno fascista. Non a caso il fascismo oggi assume i contorni del “diciannovismo” o del “fascismo “rosso”. Il programma politico di Casa Pound ne è un esempio concreto, con il tentativo di rappresentarsi come l’alternativa all’attuale sistema. Altro aspetto di rilevo e quello di evidenziare, senza pregiudizi, il variegato complesso e soprattutto contraddittorio mondo dell’arditismo, un contenitore che seppe raccogliere, nel segno dell’interventismo, forze opposte ma che subito e proprio quel 15 aprile del 19 iniziò a dividersi in modo netto e radicale.

Significativo che Alceste De Ambris figura storica del sindacalismo rivoluzionario, padre della costituzione fiumana, venne segnalato nella fila dei nazionalisti, così come nello stesso giorno si segnalano ex arditi nelle file opposte quelle dei scioperanti.

Quel 15 aprile fu gettato il seme di quel fenomeno sociale e politico spesso dimenticato nell’ambito della sinistra e dell’antifascismo in generale, che furono degli arditi del popolo, la prima forma organizzata di resistenza armata al reazione nazionalista e padronale.

In sintesi un quadro quello di Marco Rossi che grazia ad una scrittura semplice e lineare ci offre l’opportunità di allargare l’orizzonte dell’antifascismo che non fu patrimonio esclusivo dei partiti e del CNL, come al retorica resistenziale pretende, ma fu ben prima del 1943, espressione spontanea di classe.

Ricordando Teresa si ricordano le miglia di militanti anonimi, gli unici “militi ignoti” che noi riconosciamo, senza patria alcuna se non quella degli sfruttati del mondo intero.

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