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4 Novembre: viva il disfattismo rivoluzionario

Il Circolo libertario mantovano aderisce pubblicamente all'Assemblea antimilitarista anarchica e sottoscrive il Nuovo manifesto anarchico contro la guerra, presentato al XXXI Congresso della Federazione Anarchica Italiana- FAI a Empoli a Giugno 2022. Di seguito il testo del CLM che ha aperto il presidio antimilitarista del 4 Novembre a Mantova.

La guerra è ferocia, è pianto, è urla, è dolore, è straziante, è infamia, è morte. Disertare per noi libertari e libertarie è una necessità tanto forte, tanto onesta, tanto irrinunciabile. La Guerra è il crimine di stato più meschino e diabolico eppure in Italia ancora si festeggia ogni 4 novembre quell’immane carneficina - la I Guerra Mondiale - che portò milioni di morti, mutilati, invalidi, dispersi, stupri, fucilazioni di massa, fosse comuni, devastazioni ambientale.

Il nostro pensiero va prima di tutto alle nostre compagne e ai nostri compagni che più di un secolo fa, di fronte al dramma della Prima Guerra Mondiale, sentirono la necessità di affermare che: "Dobbiamo dichiarare ai soldati di tutti i Paesi, che credono di stare combattendo per libertà e giustizia, che il loro eroismo e il loro valore non serviranno che a perpetuare l'odio, la tirannia e la miseria" (International Anarchist Manifesto against the War, 1915). Come Goldman, Berkman, Malatesta, Schapiro e gli altri, crediamo alla necessità che la voce internazionalista e solidarista dell'anarchismo e dei suoi principi di sorellanza e fratellanza universale torni a parlare a tutte e a tutti, a maggior ragione in un mondo sempre più frammentato in odi nazionali, etnici e identitari (citazione dal Nuovo manifesto anarchico contro la guerra).

Oggi in questo luogo, il Famedio, facciamo memoria a tutte le compagne e i compagni anarchici, libertari, anti-autoritari, non violenti, socialisti che furono fucilati durante la I Guerra Mondiale perché scelsero di non fare la guerra e diamo onore a tutte le giovani donne e ai giovani uomini che oggi in particolare in Russia, Ucraina e Israele disertano la guerra.

La guerra è all'origine dell'ordinamento attuale della società, fondato su rapporti di dominio, sfruttamento e oppressione. Per questo manteniamo ferma la nostra posizione di rifiuto della guerra e ci riconosciamo nell'idea di disfattismo rivoluzionario. Intendiamo per disfattismo una posizione rivoluzionaria di fronte alla guerra, quella di coloro che lottano per la disfatta del governo e della classe dominante del proprio Paese, credendo che le guerre sono combattute per gli interessi e i privilegi degli oppressori e degli sfruttatori (citazione dal Nuovo manifesto anarchico contro la guerra).

Siamo convinte e convinti più che mai della validità del principio anarchico per cui i mezzi devono essere coerenti con il fine. Non ci sono guerre buone né guerre giuste, e in tempi di crescente follia nazionalista e sovranista riteniamo che non dobbiamo mai schierarci in alcuna maniera con i governi né prendere parte in guerre tra stati e blocchi imperiali. Non si muore e tanto meno si uccide per la sovranità territoriale. Le guerre sono tutte criminali e gli eserciti (inclusi i loro corpi ausiliari) sono tutti strumenti dello sfruttamento, del patriarcato e della più o meno "legittima" dominazione statale sul territorio e sui corpi degli individui. Noi non riconosciamo nessuna di queste legittimità territoriali e non siamo disponibili a batterci per nessuna di esse (citazione dal Nuovo manifesto anarchico contro la guerra).

Oggi è impellente agire nel quotidiano e sui territori e non lasciare una semplice testimonianza per le logiche colonialiste e i crimini contro l'umanità che vengono commessi in Palestina o per le circa cento guerre e conflitti armati nel Mondo. La guerra è presente più di prima nelle nostre vite e sui nostri territori, distruggendo tutte le esperienze solidaristiche costruite dal basso.

Quest'anno è stata spesa la cifra record di euro 29 miliardi e 161 milioni, +5,1% rispetto al 2023, secondo il report pubblicato dalla Rete Pace e Disarmo. La legge di bilancio per il 2025 farà letteralmente esplodere la spesa militare a 32 miliardi di euro. In tre anni la spesa per comprare le armi è aumentata di quasi il 20%. Tredici miliardi andranno a foraggiare i produttori di armi. Ma non è tutto perché si prevede un ulteriore aumento della spesa militare che potrebbe sfondare ogni record utilizzando parte dei 191 miliardi del Recovery Found destinati dall'Unione europea all'Italia. Nel contempo la spesa sanitaria rapportata al PIL è calata, ripercuotendosi sul diritto e le cure per tantissime persone: viviamo più a lungo ma meno in salute.

Mentre aumenta la spesa per fare la guerra, i provvedimenti dei Governi succeduti negli ultimi vent'anni hanno imposto politiche securitarie che hanno ristretto le libertà individuali. Questo Governo sta sferrando colpi sempre più duri a chi lotta contro la povertà con la complicità e l'assenso delle Amministrazioni locali di ogni segno politico. Si sta delineando in maniera sempre più evidente la repressione e la criminalizzazione della povertà e della fragilità. Si alimenta l'allarme sociale per ingaggiare una vera e propria guerra sulle nostre strade contro i poveri, i giovani, gli stili di vita non conformi, gli immigrati e le minoranze.

Anche Mantova non si sottrae da questa ondata bellicista in particolare contro le persone povere, gli immigrati e le minoranze. Il 29 agosto di quest'anno la Gazzetta diMantova titolava; Stop a balordi e ubriachi in centro a Mantova:raffica di fogli di via e Daspo urbani” Controlli della polizianelle zone calde della città. Il sindaco Palazzi soddisfatto: «Vannomonitorati giardini Nuvolari Mamu e Pradella» a firma del giornalista Nicola Corradini. Balordi e ubriachi sono evidentemente persone fragili in stato di povertà, quale la soluzione della nostra comunità? Cacciarli in un altro comune. Per questa politiche abbiamo speso quest'anno euro 5.183.039,46. Chiediamoci quanto abbiamo speso per interventi a favore di persone a rischio di esclusione? Meno di un quinto di quanto spendiamo in “sicurezza”: euro 950.921,00. Una spesa che si abbassa ogni anno, cancellando i servizi sociali. Nell'ultimo triennio sono stati emessi quasi duecento tra fogli di via e daspo urbani. Non abbiamo ancora aperto il dormitorio maschile e non abbiamo mai avuto un dormitorio femminile: le donne le cacciamo con i folgi di via com'è successo nell'autunno dell'anno scorso.

Non va meglio per le ragazze e i ragazzi mantovani per cui spendiamo un decimo di quello che spendiamo per dare la caccia alle cosiddette baby-gang, ragazze e ragazzi in evidente stato di fragilità che affrontiamo con uomini e donne armate, invece che affiancarli da educatrici ed educatori. Cresceranno nell'odio e nella consapevolezza che l'unica risposta sono le armi e la violenza dello Stato.

La casa dovrebbe essere un diritto per ogni famiglia ma è evidente che non funzione l'attuale sistema gestito dalla Regione Lombardia attraverso Aler. Ci si aspetterebbe che il Comune di Mantova investisse cifre importanti per sopperire alla carenza di abitazioni, ma succede il contrario. La nostra comunità vende gli immobili di proprietà e spende per il diritto alla casa solo 650mila euro. Una vergogna!

Questa desolazione cresce grazie alla vocazione della nostra comunità volere una “città giardino”, dove le fragilità e le povertà non vengono affrontate nel rispetto dei diritti delle persone con azioni sociali a sostegno di una migliore vita. In questo senso ci siamo arresi alle logiche razziste e securitarie che abbiamo visto all'opera in Veneto. Vi ricordate lo sceriffo di Treviso che cacciava le perosne fragili, gli immigrati e le minoranze, ecco Mantova segue quel modello di guerra e violenza, annichilendo i servizi sociali e dando mano libera alla violenza di Stato.

Per questo oggi è impellente un'unione delle forze di sinistra per agire nel quotidiano e sul terriotrio e non lasciare una semplice testimonianza in questa o in altre manifestazioni. E' un nostro dovere disertare la guerra che si svolge nelle nostre strade e sostenere tutte le esperienze solidaristiche, anti-autoritarie e libertarie costruite dal basso. E' necessario costruire rifugi nella nostra comunità per le persone fragili e costruire sostegni per le persone nel loro percorso di uscita dalla fragilità. Dobbiamo pretendere il disarmo di tutte le forze di polizia a partire dalla polizia locale. Dobbiamo quindi impegnarci nel quotidiano perché la guerra non diventi la nostra quotidianità.

Viva la diserzione, Viva il disfattismo rivoluzionario, Viva l'anarchia


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